Provenza e Pirenei
Luglio 2022

Montagne vertiginose, canyon mozzafiato, distese viola dal profumo di lavanda, città medievali e un deserto da “Far-West”.

Siamo stati 12 giorni in viaggio partendo da Torino, attraversando le Alpi Cozie, il Principato di Monaco e le campagne francesi che si alternano a fiumi dentro a delle gole scavate naturalmente nel corso dei secoli. Abbiamo poi esplorato tutti i Pirenei da sud a nord in un itinerario tanto tortuoso quanto divertente che si alterna tra Francia, Andorra e Spagna fino ad arrivare ai Paesi Baschi. Un percorso ricco di luoghi da vedere e posti da scoprire in sella alla moto.

La nostra avventura inizia a Torino che raggiungiamo in aereo da Catania. La moto è stata già spedita qualche giorno prima tramite il servizio TrasloMoto che ce l’ha fatta trovare pronta all’uscita dell’aeroporto, in questo modo abbiamo recuperato due giorni di viaggio evitando di prendere traghetti dalla Sicilia o di farci 1500Km di noiosa autostrada.

Ci dirigiamo verso ovest attraversando la Val di Susa. Per entrare in Francia ci sono due alternative, o prendere il traforo del Frejus, dal costo di 32€ e risparmiando circa 45 minuti di strada, oppure fare il Colle del Moncenisio. Essendo partiti in ritardo e avendo tanta strada da fare optiamo per la prima soluzione.

Entrati in Francia iniziamo a percorrere alcuni dei passi più belli delle Alpi Cozie: il Col du Tèlègraphe e il Col du Galibier. Un alternarsi di tornanti, di salite e di discese che alla fine della giornata ci portano a vedere un tramonto sul meraviglioso paesaggio che offre il Col de l’Izoard. Non poteva mancare il Col de Vars con curve molto veloci e dinamiche che ci conducono dritti nel paese di Barcellonette dove ci fermiamo per la notte.

Il secondo giorno inizia salendo sul Col de la Bonette che, con i 2802m della Cima, è considerata una delle strade più alte d’Europa. Da li, puntando in direzione sud, ci immergiamo all’interno delle Gorges de Daluis caratterizzate del loro suggestivo colore rosso in un susseguirsi di curve e canyon che costeggiano il corso del fiume, quasi asciutto per via della siccità. Arrivati sulla costa facciamo tappa a Monte Carlo, ma dato che il transito sul lungomare e sul porto è vietato alle moto, decidiamo di salire sulla collina per goderci una vista del piccolo Stato. Continuiamo in direzione ovest costeggiando il mare fino a Nizza dove visitiamo la famosa Promenade des Anglais (il lungomare di Nizza) per concludere poi la giornata a Grasse, paese molto famoso per la produzione di profumi.

Iniziamo il terzo giorno di viaggio alla scoperta della Provenza con la Route Napolèon (N85) fino a Castellane, paese da cui iniziano gli itinerari per le Gorges du Verdon, il canyon più grande d’Europa che si estende per circa 25km. Le strade percorribili sono due, una a nord e una a sud delle gole. Sono entrambe molto panoramiche e così decido prima di percorrere la cosiddetta Route de Crêtes, un tratto ad anello a nord delle gole da cui si possono ammirare panorami mozzafiato, per poi spostarmi a sud lungo la D71 fino al Pont du Galetas. Qui decidiamo di noleggiare un pedalò elettrico per entrare all’interno delle gole dalla parte del Lac de Sainte-Croix, che ve lo dico a fare…la vista è impressionante.

Lasciate le gole alle nostre spalle ci dirigiamo verso Valensole. Attraversando immensi campi di lavanda, in molti dei quali però era già stata effettuata la raccolta, arriviamo nella ridente cittadina nel cuore della Provenza che proprio in quel giorno ospitava il Festival della Lavanda. 

La quarta tappa del nostro viaggio inizia visitando uno dei luoghi più iconici di tutta la Provenza cioè l’Abbazia di Senanque. Questo è un monastero cistercense fondato nel 1148, circondato dai campi di lavanda e che nei mesi estivi diventa uno degli scorci più fotografati di tutta la regione. Proseguiamo attraversando le Gorges de la Nesque per poi arrivare nella piccola cittadina di Sault dove una sosta pranzo è obbligatoria. Dopo esserci rinfrescati con un bel gelato saliamo sul Mont Ventoux che una volta arrivati in cima, a quasi 2000mt, ci delizia con un paesaggio lunare del tutto inaspettato, un luogo che sicuramente merita di essere visitato. 

Continuiamo a macinare km e attraversiamo le Gorges de l’Ardèche, un vero e proprio canyon di 30km con asfalto quasi perfetto, fino ad arrivare al Pont d’Arc, un arco naturale di circa 60mt definito come la porta d’ingresso naturale alle gole.

Continuando lungo il nostro itinerario, la quinta tappa inizia con un trasferimento di circa un’ora e mezza per raggiungere le Gorges du Tarn. Percorriamo una strada molto divertente che costeggia il fiume, anche questo colpito dalla siccità, lungo il quale si trovano dei paesini medievali molto graziosi fino ad arrivare nel borgo di La Malène dove, una volta attraversato il fiume, si sale in quota velocemente attraverso una serie di tornanti molto stretti che ricordano uno Stelvio in miniatura. Da li continuiamo ulteriormente a salire fino a raggiungere il Mont Aigoual, la vetta più alta del Parco Nazionale delle Cevenne che ospita un osservatorio sulla sua cima insieme ad un punto ristoro dove potersi rilassare. Aggiungendo un po’ di km e spostandoci verso la costa come per tornare indietro, raggiungiamo la città di Arles, celebre per aver ispirato i dipinti di Van Gogh e con un’arena di origine romana che è considerata la più antica “Plaza de Toros” del mondo. Se vi fermate qui, non potete non assaggiare la carne di toro che è tipica di questa zona.    

Il mattino seguente, a pochi Km da Arles, lasciamo la Provenza ed entriamo nella regione dell’Occitiania dove visitiamo la città fortificata di Aigues Mortes (letteralmente Acque Morte) che ci fa fare un tuffo nel passato, preludio di quello che vedremo la sera. La città prende questo nome per via delle saline che si trovano intorno e che rappresentano uno dei principali centri di produzione di tutta la Francia. Spostandoci verso ovest e seguendo la traccia troviamo sulla nostra sinistra il Pont du Diable sul fiume Hèrault fino ad arrivare al Cirque du Navacelles. Qui la vista e sensazionale e lo spettacolo che ci troviamo davanti ci lascia a bocca aperta, non per niente questo sito è patrimonio dell’UNESCO. Pensate ad un passo di montagna…e immaginatelo al contrario. Esatto, non si sale ma si scende. Per raggiungere il lato opposto bisogna scendere di 300m sotto il livello della strada in una grandissima depressione del terreno tra strade a strapiombo e tornanti strettissimi fino a raggiungere il paese di Navacelles proprio al centro di questa vallata. Qui il fiume forma delle piccole cascate e dei laghetti dove poter fare il bagno. Risalendo dal lato opposto la vista è strabiliante, un posto del genere vale tutto il viaggio. Arriviamo a Carcassone, una bellissima città fortificata con grosse mura di cinta che vi farà rivivere il fascino dell’epoca medievale. Qui decidiamo di fermarci per un giorno in modo da poterci riposare un po’ e soprattutto poter visitare con calma questo affascinante borgo.

La settima tappa del nostro viaggio inizia con la visita al paesino di Rennes-le-Château. All’apparenza un borgo come molti altri, anzi con quasi nulla da vedere, ma la storia e le leggende che stanno dietro a questo luogo e che sono venute alla ribalta con il libro “Il Codice Da Vinci”, fanno si che diventi una meta piena di turisti. Se siete appassionati di simbologia, di complotti e di misteri siete nel posto giusto. Imperdibile la visita alla chiesa di Santa Maria Maddalena dove un demone infernale vi attenderà all’ingresso. Dopo una piccola passeggiata per le vie del paese ritorniamo in moto e ci dirigiamo verso le piccole Gorge de Galamus. Qui, a causa della strada strettissima, il passaggio è a senso unico alternato e non è possibile fermarsi nemmeno per fare una foto nonostante la vista dentro le gole sia stupenda. Proseguendo verso nord-ovest, dopo circa 70km, raggiungiamo una zona disseminata di decine di castelli, meglio conosciuti come “Rocche dei Catari”. I Catari erano un popolo contro cui fu indetta una crociata nel medioevo perché vennero accusati di eresia dal Papa e, per difendersi dai crociati, costruirono questi villaggi fortezza in cima a delle montagne perché difficili da raggiungere e facili da difendere. Se volete visitarli vestitevi comodi perché c’è tanto da camminare, noi ne abbiamo visiti 3 ma solo dall’alto e con il drone: Montsègur, Roquefixade e Foix. 

Proseguiamo ancora per qualche km e tramite il Pas de la Casa arriviamo in Andorra superando i 2200m di altitudine. Questo piccolo Stato mi lascia molto sorpreso sia perché non mi aspettavo di trovare tutte queste montagne (siamo sui Pirenei non a mare, c’era da aspettarselo!) e sia per la quantità esagerata di pompe di benzina, impossibili da contare. 

Passata la notte nel paesino di Canillo, una delle mete sciistiche più famose del luogo, ci spostiamo a qualche minuto di moto verso la capitale Andorra la Vella che ci ricorda un grosso centro commerciale più che la capitale di uno Stato. Anche qui ci sono più pompe di benzina e profumerie che persone e dopo aver fatto il pieno di benzina (qui è molto economica) entriamo in Spagna. La prima cosa che notiamo è che le strade in Francia sono tenute meglio. Maciniamo km fatti di tornanti strettissimi, strade di montagna e passi che ogni volta offrono uno spettacolo diverso. Tutto questo rende il viaggio ancora più avventuroso perché non sai mai cosa ti troverai davanti. In ordine attraversiamo il Puerto del Cantò, il Port de la Bonaigua e tramite il Col du Portillon rientriamo in Francia. Qualche km più in avanti attraversiamo forse i più belli tra tutti i passi dei Pirenei: il Col d’Aspin e il Col du Tourmalet, salite storiche del Tour de France. Scendendo da quest’ultimo ci dirigiamo verso Lourdes dove decidiamo di fare una sosta per vedere il Santuario della Madonna che personalmente mi ha emozionato parecchio.

Il giorno seguente, il nono di viaggio per l’esattezza, continuiamo a percorrere le strade dei Pirenei attraversando per 4 volte il confine di Stato tra Francia e Spagna facendo su e giù tra le montagne attraverso Colli iconici del Tour del France. Iniziamo con il Col d’Abisque e subito dopo il Col du Soulor passando dal paese di Gourette, tra i comprensori sciistici più grandi dei Pirenei. Andando verso sud, tramite il Passo del Portalet, entriamo in Spagna e seguendo la strada che dopo un po’ risale verso nord, attraverso il Col du Somport, ritorniamo in Francia. Segue il Col de la Pierre Saint-Martin, per me forse quello paesaggisticamente più bello di tutti i Pirenei, che ci riporta in Spagna e 50km dopo tramite il Puerto di Larrau, ritorniamo ancora una volta in Francia. Paesaggi incantevoli, asfalto che sembra un velluto, curve veloci, sole e caldo rendono questa giornata memorabile tanto che verrà ricordata dai media locali come la giornata più calda degli ultimi 30 anni.

Abbiamo così tanto odiato il caldo che il giorno seguente, il decimo di questo viaggio, ci siamo svegliati con cielo grigio, nebbia e 18 gradi di temperatura. Saliamo a circa 1300m sul Col Bagargiak (qui i nomi sono strani perché ci troviamo nei Paesi Baschi che hanno una lingua incomprensibile tutta loro) dove una nebbia fittissima ci regala un paesaggio completamente bianco latte. Con moltissima calma, facendo attenzione ad ogni metro di strada, scendiamo dal colle proseguendo lungo la traccia e appena la nebbia si dirada becchiamo la prima acqua del viaggio. Mezz’ora di pioggia mista a vapore acqueo e umidità che insieme ad una vista sulle montagne ricoperte di verde ci riporta indietro al nostro viaggio in Irlanda. Percorriamo una stradina sulla cresta di una montagna che segna il confine naturale tra Francia e Spagna ed arriviamo a Saint-Jean-Pied-de-Port, paesino da cui ha origine il famoso Cammino di Santiago di Compostela. 

Lasciati definitivamente i Pirenei alle nostre spalle, arriviamo sul mare passando prima dalla piccola comunità di Hondarribia, separata dalla Francia solo da un piccolo fiume, arrivando poi nella più famosa San Sebastian in cui si può ammirare “La Concha Beach” una delle spiagge più belle d’Europa.

Costeggiando l’Oceano Atlantico, percorriamo la divertentissima N-634 passando prima da Getaria e poi da Lekeitio, due paesini di mare molto graziosi, facendo tappa per la notte a Bilbao.

Il giorno seguente, dopo una veloce visita alla città di Bilbao, partiamo alla volta di Vitoria-Gasteiz, capitale dei Paesi Baschi. Se la prima non mi ha entusiasmato più di tanto, al contrario quest’ultima è una ridente cittadina più a misura d’uomo che vale la pena visitare per bene. Dopo una sosta pranzo sul posto puntiamo verso sud percorrendo la strada NA-132 e la N-121 che dai Paesi Baschi ci porta nella regione della Navarra. Arrivati nel paesino di Arguedas entriamo all’interno del deserto delle Bardenas Reales, un’ampia regione di circa 42.000 ettari con imponenti canyon, scogliere arenarie e affioramenti rocciosi che si sono creati a causa dell’erosione dell’acqua. La strada è facilmente percorribile anche da moto stradali perché è uno sterrato ben battuto, ed il classico giro che viene consigliato è di circa 40km. La vista è stupenda e non si può fare a meno di ammirare le meraviglie che la natura riesce a creare!

Il nostro viaggio termina con il trasferimento a Barcellona dove, una volta lasciata la moto al trasportatore che si occuperà di riportarla in Italia, prendiamo l’aereo che ci riporta a casa. 

In totale abbiamo percorso 3986 km e 75 ore di moto con un consumo medio di 17,8 km/l di benzina. Ti lascio la traccia .gpx che puoi scaricare e puoi usare come spunto per i tuoi futuri viaggi.

Fabio Anzalone

Adventures On The Road

Mi chiamo Fabio, ho 33 anni e sono un motociclista Siciliano.
Sono un appassionato di fuoristrada ed un amante dei viaggi in moto che cerco di raccontarvi dal mio punto di vista.

Un po’ per scherzo è nato questo progetto di Adventures On The Road in cui parlo dei miei viaggi, delle mie avventure in giro con la moto e recensisco i prodotti che uso.