A caccia di castelli
Agosto - settembre 2020

Intraprendere un viaggio in coppia in moto ai tempi del Coronavirus non è proprio una cosa semplice, farlo attraversando l’Europa è da folli. Eppure la follia spesso porta a vivere avventure meravigliose.

Avevamo già programmato in tempi non sospetti di fare questo tour alla scoperta dei Castelli dell’Est Europa, e così, monitorando la situazione nei vari Paesi decidiamo di partire ugualmente. Alla fine abbiamo rinunciato solamente alla Croazia, non stravolgendo più di tanto l’itinerario iniziale che prevedeva 12 tappe attraverso 7 Stati.

Organizzato tutto l’occorrente per il viaggio e caricata con largo anticipo la moto, una BMW R1250GS ADV, la imbarchiamo sulla nave che da Catania la porterà fino a Ravenna.

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tappa 1

Ravenna
Castello di Miramare
Grad Prejama
Žalec

456km
5h 58′

Il nostro viaggio in moto parte la mattina del 20 Agosto su un aereo che da Catania ci porta a Bologna e da li in treno fino a Ravenna. Recuperata la moto al porto, stringiamo i caschi, indossiamo i guanti e iniziamo a macinare km. Ci dirigiamo verso nord direzione Venezia, percorrendo la SS309 Romea, evitiamo l’autostrada per goderci la strada che attraversa la laguna veneta. Dopo circa 3 ore raggiungiamo Trieste iniziando la nostra “caccia” di Castelli proprio da qui.

Il primo castello che vediamo è quello di Miramare, una dimora regale e soprattutto ben curata, con una posizione strategica che domina tutto il golfo di Trieste. Sono rimasto piacevolmente colpito anche dalla città di Trieste che non immaginavo avesse questo lungomare. La giornata è meravigliosa, la temperatura è ideale e le spiagge pullulano di persone che si tra un tuffo e un gelato vogliono provare a dimenticare la situazione che stiamo vivendo.

Lasciando la città friulana proseguiamo verso con il confine con la Slovenia ma prima di attraversalo ci fermiamo ad acquistare la Vignetta, il bollino necessario per poter guidare in autostrada. Attraversata la frontiera senza particolari problemi, dopo circa 30km lasciamo l’autostrada percorrendo una strada fantastica fino a Predjama dove abbiamo visto la meraviglia del Castel Lueghi, un castello incastonato nella roccia, all’interno di una vallata che ci lascia davvero senza fiato. Giusto il tempo di scattare qualche foto e ci rimettiamo in marcia verso Est. Prima di rientrare in autostrada ci fermiamo per fare la prima sosta benzina, in Slovenia dove il costo della Super è di 1€/lt. Riempito fino all’orlo il serbatoio abbiamo proseguito la nostra strada verso Est, fermandoci per la notte a Žalec in un albergo lungo l’autostrada.

tappa 2

Žalec
Castello di Szigliget
Lago di Balaton
Castello di Brunszvik
Castello di Buda
Budapest

459km
5h 48′

Il secondo giorno, svegliati di buon mattino, dopo una buonissima colazione internazionale per darci la carica, ci dirigiamo verso l’Ungheria. Dopo circa 200km dalla partenza, raggiungiamo il Lago di Balaton, che è il più grande del centro Europa. Questo lago e navigabile ed interamente circumnavigabile avendo una circonferenza di circa 200km. Dirigendoci verso la sponda nord abbiamo prima visitato le rovine del Castello di Szigliget che gode di una bellissima vista su tutto il lago e successivamente abbiamo proseguito verso la città di Tihanyi, meta turistica dove è presente anche un approdo per traghetti che fanno sponda da un lato all’altro del lago nel suo punto più stretto che dista solamente 600m. Tanta gente ne approfittava per fare il bagno e rinferscarsi dal caldo estivo, il termometro segna 32C. Proseguendo in direzione est facciamo tappa in altri due castelli, il primo è quello di Nádasdy che abbiamo potuto vedere solo da fuori perchè era chiuso e a pochi Km, nel paesino di Martonvásár, il Castello di Brunszvik che in realtà ha più le sembianze di un palazzo reale in stile ottocentesco. Giusto il tempo di tirare fuori il drone e fare un paio di scatti e ci rimettiamo in sella alla moto per dirigerci verso la destinazione finale della seconda tappa che è proprio Budapest.

Arrivati nella capitale, è stata la prima volta per me, siamo andati subito verso la parte alta della Città per andare a vedere il Castello di Buda. Da la su la vista è sensazionale, la memoria storica è ben conservata, sono ben visibili le importanti opere di restaurazione per portare al massimo splendore i palazzi. Si vedono chiaramente in qualsiasi angolo in cui ti giri le influenze dell’Impero Austro-Ungarico. Edifici immensi, palazzi signorili, pulizia e ordine in ogni strada, rendono Budapest una città da sogno. Ci attardiamo ancora qualche minuto per goderci le luci del tramonto sulla Città che colorano il Parlamento e tutti i tetti delle case di un intenso color arancione. Dopo aver cenato anche se stanchi, ci siamo concessi una bella passeggiata sul lungo Danubio per ammirare da vicino la maestosità del palazzo del Parlamento e il Ponte delle Catene. Abbiamo trovato una città praticamente deserta, per essere venerdì sera, in piena estate, in una capitale europea. Mi riprometto di ritornarci perché mi ha lasciato davvero piacevolmente incantato.

tappa 3

Budapest
Castello di Bzovík
Castello di Zvolen
Cascate di Lúčky
Lago Štrbské Pleso
Zakopane

403km
6h 38′

La mattina seguente, dopo una bella colazione in stile ungherese, ci concediamo un’oretta per fare un giro veloce della città, visitando il famoso Mercato Centrale dove è possibile trovare ogni tipo di cibo, dalla carne al pesce, dalla frutta ai dolci, il Ponte delle Catene e la Chiesa nella Roccia. Lasciata la città ci dirigiamo verso nord percorrendo la E77, una bellissima strada che ci porta, tra curve e saliscendi, in Slovacchia dove appena attraversiamo il confine incontriamo la città di Bzovík in cui, appena fuori dal centro abitato, sono presenti le mura di cinta di un castello che in realtà era un monastero dei Cistercensi del XIII secolo che i monaci avevano eretto per difendersi dalle invasioni turche. Incontriamo un simpatico gruppo di motociclisti slovacchi con cui scambiamo qualche parola e rubiamo qualche consiglio su strade da percorrere o luoghi da visitare.

Ritornati in sella alla nostra moto proseguiamo per circa 50km fino ad arrivare nella cittadina di Zvolen dove, in una collina proprio accanto al centro storico, è presente un castello di epoca medioevale costruito da Luigi I di Ungheria, ben tenuto e visitabile che al suo interno ospita la più grande galleria d’arte di tutta la Slovacchia.

Il tour continua ancora verso nord dove, con una piccola deviazione suggerita dai motociclisti che abbiamo incontrato prima, visitiamo un piccolo paradiso all’interno di una città: le Cascate di Lùčky, affollate di gente che in queste calde giornate trovano un po’ di ristoro. La strada è un continuo sali e scendi, e questa volta proseguendo verso Est iniziamo a vedere sullo sfondo i Monti Tatra, catena montuosa dei Monti Carpazi che marcano il confine naturale tra Slovacchia e Polonia.

Tutta quest’area è meta ogni anno di migliaia di turisti sia in inverno, per via delle località sciistiche molto gettonate per chi non può spostarsi sulle Alpi, sia in estate per gli amanti dei trekking e delle passeggiate a contatto con la natura. Decidiamo di fare una sosta per sgranchirci un po’ le gambe presso Štrbské Pleso, un piccolo villaggio stra pieno di turisti con un laghetto naturale da cui si gode di una vista sensazionale sulle montagne. È impossibile non far volare il drone per godersi questa bomboniera anche dall’alto.

Il sole inizia a calare così ci rimettiamo in sella percorrendo gli ultimi km del giorno, la strada è meravigliosa e curva dopo curva saliamo in quota, arrivando finalmente in Polonia. La nostra destinazione è Zakopane, una meta famosissima tra i polacchi, paragonabile alla nostra Cortina. Il centro è gremito di gente e anche prenotare un albergo è stato difficile, perché ci dicevano che quest’anno molti polacchi, a causa del Covid hanno preferito restare in Polonia per le ferie prediligendo le mete montane. Qui la vita scorre a ritmi ben diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati in Italia, a maggior ragione in Sicilia. L’handicap più grande sono le cucine che alle 9 chiudono e quindi bisogna sbrigarsi per trovare qualcosa di buono da mangiare, ma fortunatamente la mia compagna essendo Polacca becca immediatamente il posto migliore in cui mangiare il cibo tipico locale, una bontà. Facciamo appena in tempo a scendere dalla moto ed entrare al ristorante che un violento acquazzone di pochi minuti si abbatte sulla Città. Lo sapevamo già che le previsioni del tempo non erano clementi e davano temporali durante la notte e per tutto il giorno dopo, proprio per questo abbiamo pianificato di restare un giorno off per ricaricare le pile e rilassarci in un contesto paradisiaco.

tappa 4

Zakopane
Nowi Targ
Łopuszna
Dębno
Castello di Niedzica
Zakopane

124km
3h 02′

Il mattino seguente siamo rimasti in albergo a causa del mal tempo e ne abbiamo approfittato per lavare un po’ di vestiti, scaricare e ordinare i video e le foto al pc, rilassarci nella Spa dell’albergo e continuare ad organizzare la restante parte del Tour. Avevamo perso le speranze di uscire ed eravamo rassegnati ma nel pomeriggio le nuvole hanno lasciato spazio ad un timido sole, la temperatura si è mantenuta intorno ai 14 gradi e l’odore di erba bagnata rendeva l’atmosfera ancora più magica. E così, senza perdere nemmeno un minuto, ci mettiamo in sella alla nostra moto e partiamo in direzione di Nowy Targ, Łopuszna e poi Dębno. Queste tre Città che fanno parte dell’“Itinerario dell’Architettura di Legno”, un percorso di circa 1500km tra chiesette incantevoli, slanciate chiese ortodosse, magnifici manieri, eleganti ville e semplici, ma quanto mai pittoresche, case rurali tutte in legno. Nella Polonia antica il legno, poichè facile da lavorare e comunemente accessibile per via dei costi contenuti, costituiva il materiale edile fondamentale per l’architettura del luogo e questo ha fatto si che ancora oggi tante strutture siano ben conservate. Successivamente costeggiando il Lago di Czorsztyn, che non è altro che un lago artificiale sede di una centrale idroelettrica, ci dirigiamo su una collina in cui sorge il Castello di Niedzica. Siamo arrivati tardi e non abbiamo potuto visitarlo così facciamo alzare il drone per vederlo dall’altro e ne approfittiamo per raggiungere dall’alto la sponda opposta del lago per vedere le rovine del Castello di Czorsztyn, Un bel tramonto che prova invano a riscaldare l’aria, ci accompagna lungo tutta la strada di rientro verso Zakopane dove ci attende una cena tipica a base di stinco di agnello, pane con lardo e cetriolini fermentati, accompagnati ovviamente da una buona birra e musica tipica della cultura monata polacca.

tappa 5

Zakopane
Wadowice
Kalwaria Zebrzydowska
Lanckorona
Tyniec
Cracovia

288km
5h 27′

La mattina del quinto giorno del nostro viaggio è abbastanza fredda, per essere in piena estate 11 gradi sono davvero pochi e si sentono tutti. Decidiamo così di mettere tutti gli strati interni delle giacche per guidare in pieno comfort. Fatta la colazione e caricata la moto ci rimettiamo in viaggio. Lasciando i Monti Tatra alle nostre spalle ci dirigiamo verso nord attraversando il villaggio di Chochołów, famoso per i centri termali naturali e per le sue casette in legno più vecchie anche di 100 anni in cui esiste la tradizione di lavarle esternamente con acqua e sapone durante le festività di Pasqua e del Corpus Domini.

Dopo circa un’ora di strada raggiungiamo la città di Wadowice a circa 50km da Cracovia, luogo che ha dato i natali a Karol Wojtyla. Ogni anno migliaia di pellegrini devoti a Giovanni Paolo II si recano ogni anno in queste terre per conoscere da vicino la storia di uno degli uomini più importanti del XX secolo. Qui è possibile visitare la casa museo dove è nato ed è cresciuto durante i suoi primi anni di vita, la vecchia scuola e la magnifica Basilica in cui si trova una cappella dedicata al Papa con una reliquia contenente una goccia del suo sangue.

Lasciata la tranquilla cittadina ci dirigiamo verso il Santuario di Kalwaria Zebrzydowska, che ogni anno ospita più di 1 milione di pellegrini da tutta la Polonia e dal 1999 è entrato a far parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Proseguiamo la nostra strada tra il sacro e il profano nella regione della Malopolska passando prima da Lanckorona, villaggio famoso per le sue casette in legno del IX secolo ben conservate, per poi arrivare a Tyniec dove è presente il più antico monastero Benedettino polacco. Il canto dei monaci rende l’atmosfera ancora più mistica e ci fermiamo qualche minuto ad ascoltarli. Il sole però inizia a calare e ancora c’è un po’ di strada da fare, ritornati in sella alla nostra moto visitiamo le rovine del Castello di Tenczynek e poi facciamo rotta verso uno dei luoghi più belli di questo Tour, il Parco Nazionale di Ojcòw. Ci troviamo inaspettatamente dentro un canyon scavato da rocce calcaree e una strada che costeggiando tutte queste rocce ci porta davanti ad una formazione naturale che ricorda una mazza: la “Clava di Ercole”. È un luogo di rara bellezza sia paesaggistica sia per noi motocilisti perché la strada 773 è un tappeto da biliardo e tra curve veloci e distese verdi ci porta proprio sotto al castello di Pieskowa Skała che però troviamo chiuso.

Concludiamo la nostra tappa nella sempre splendida Cracovia gustando una cena tipica a base di pierogi, i ravioli polacchi, e zuerk, una zuppa di carne.

Anche qui, come a Budapest, la città è semi deserta e proprio per questo passeggiare nella piazza principale sotto la cattedrale ha un fascino unico.

tappa 6

Cracovia
Pieskowa Skała
Castello di Rabsztyn
Deserto di Pustynia Błędowska
Castello di Ogrodzieniec
Castello di Miròw
Castello di Bobolice
Castello di Olsztyn
Santuario di Częstochowa
Poznan

599km
8h 30′

Il giorno dopo ci mettiamo in marcia presto perché ci aspetta la tappa più lunga e impegnativa di tutto il viaggio.

Iniziamo il Sentiero dei Nidi delle Aquile, un percorso di 164 Km che dalla città di Cracovia arriva alla città di Czestochowa. I numerosi castelli, o le affascinanti rovine che rimangono di essi, si affacciano sul territorio circostante dall’alto delle colline su cui sorgono e proprio dalla loro posizione dominante fu coniato il nome polacco “Orle Gniazda”, tradotto in italiano con “Nidi d’Aquila”. Ripartiamo dalla fantastica strada 773 all’interno del Parco Nazionale di Ojcòw per visitare il bellissimo castello di Pieskowa Skała che avevamo trovato chiuso il giorno prima e che merita una visita perché rappresenta uno degli esempi più belli della cultura rinascimentale polacca.

Continuando la nostra risalita della Polonia verso nord, ad un certo punto ci imbattiamo in qualcosa di totalmente inimmaginabile: un vero e proprio deserto in piena Polonia. Il deserto di Błędów è di fatto un mini Sahara che si estende per circa 33km quadrati ed è stato creato dall’uomo per via del disboscamento massiccio avvenuto nel XIII secolo quando il legno era particolarmente richiesto per la costruzione delle miniere di piombo e di argento della zona e così in seguito all’erosione si è creato questo deserto in cui non cresce più nulla.

Da qui un susseguirsi di castelli, fortezze, curve e paesaggi rurali che confermano la bellezza di questa nazione. Il sentiero dei nidi delle Aquile si conclude nella città di Częstochowa dove decidiamo di visitare il Santuario in cui si trova il famoso dipinto della “Vergine Nera” che ogni anno accoglie milioni di pellegrini da tutto il mondo. I parcheggi nelle immediate vicinanze sono stra pieni, un gran via vai di gente che entra ed esce dal santuario e nei prati all’esterno una moltitudine di persone ascolta una messa in polacco. Scopriamo solamente dopo che quel giorno, esattamente il 26 Agosto, è il giorno in cui si venera la Madonna Nera. Tempismo perfetto!

Inizialmente avevamo previsto di fermarci una notte in Città per poi ripartire il giorno dopo, ma viste le previsioni meteo del giorno successivo che non promettono nulla di buono, decidiamo di continuare per altri 400km verso nord, raggiungendo Poznan in tarda serata dopo 9 ore e 600km sulla moto e con un giorno di anticipo rispetto alla tabella di marcia. Ci fermiamo a casa della mia compagna per 3 giorni, giusto il tempo di ricaricare le batterie e salutare un po’ di amici. Ne approfitto anche per sistemare un piccolo problemino che ci portiamo già dall’Ungheria, il filtro benzina si è sganciato ed è finito dentro il serbatoio. Nessun problema ma ovviamente non filtra. Trovata la concessionaria BMW Smorawinski, che ringrazio, hanno sistemato immediatamente il tappo benzina, sostituendolo in garanzia.

tappa 7

Poznan
Jawor
Bolesławiec
Castello di Kliczkow
Görlitz
Dresda

455km
6h 02′

Fino ad oggi il meteo, a parte la notte e la mattinata a Zakopane, è stato sempre dalla nostra parte, ma da qui in poi abbiamo proseguito il viaggio in compagnia della pioggia iniziando la discesa verso sud. Dopo circa 200km di trasferimento, ci fermiamo nel villaggio di Jawor dove si trova una chiesa in legno antichissima, chiamata Chiesa della Pace, la cui peculiarità è quella di essere fatta solamente di legno, paglia e argilla e soprattutto senza l’utilizzo di chiodi.

Più andiamo verso sud-ovest, più il cielo diventa sempre più nero e così decidiamo di metterci l’antipioggia anche perché le previsioni già lo dicevano che nel pomeriggio avrebbe iniziato a piovere. Non ci scoraggiamo e continuiamo in direzione Bolesławiec, cittadina famosa per la sua ceramica. Poco prima di arrivare in città viene giù il primo acquazzone, per fortuna l’abbigliamento tecnico non ci tradisce. Visitate le tipiche vie del centro con una presenza di ceramica importante, e dando sempre un occhio al meteo, aspettiamo il miglioramento delle condizioni meteo e ci gustiamo un the caldo nella piazza principale.

Puntuale come un orologio svizzero, anche questa volta l’app del meteo non sbaglia, il cielo si apre ma per sicurezza manteniamo gli antipioggia e puntiamo verso ovest andando a visitare la cittadina di Kliczkow dove un meraviglioso castello in mezzo al bosco nebbioso ci regala delle immagini dal drone mozzafiato. Eh si, nonostante avessi perso le speranze, il tempo è stato clemente per qualche minuto e ho potuto dronare in tranquillità. La vista dall’alto è magica.

La luce inizia a diminuire, tra nuvoloni all’orizzonte e giornata che volge al termine non possiamo più trattenerci, ed è il momento di ripartire verso la frontiera tra Polonia e Germania dove andiamo a visitare un luogo storico molto famoso. Arriviamo al confine visitando il luogo in cui sorgono due città molto particolari. Queste sono nello specifico Görlitz e Zgorzelec, due cittadine che prima della seconda guerra mondiale erano una città unica. Dopo la guerra fu esattamente divisa in due seguendo il corso del fiume che scorre al suo interno creando una città tedesca e una polacca. Il 6 Luglio 1950 qui venne firmato il Trattato di Zgorzelec durante il quale fu reso definitivo il confine tra le due nazioni. Esistono due ponti che consentono di attraversare da un lato all’altro le due città, uno dei due è pedonale. È molto suggestivo come a distanza di 100metri cambia tutto, i cartelli stradali, la moneta (ricordiamo che in Polonia non c’è l’Euro), la lingua e anche i salari, ma le persone camminano e passeggiano attraversando il ponte come se fosse una normale via della stessa città.

Lasciamo la Polonia ed entriamo in Germania e da qui in poi gli ultimi 120 Km sono terribili, tra pioggia, nebbia, freddo e buio, la strada per raggiungere Dresda è stata davvero tosta. Ci siamo fermati 4 volte nelle stazioni di servizio lungo l’autostrada perché a tratti si faceva davvero fatica a proseguire. Finalmente arriviamo in albergo in tarda serata in cui poco prima di noi era arrivato un gruppo di motocilisti, abbiamo incrociato gli sguardi che valevano più di mille parole, stremati ma allo stesso tempo contenti per essere riusciti ad arrivare sani e salvi ci dirigiamo verso le rispettive camere. Esternamente grondiamo di acqua ma fortunatamente all’interno siamo completamente asciutti ma abbiamo tutti i vestiti umidi e gli scaldacollo bagnati perché un po’ di acqua si è infiltrata da sopra a causa della piogga che è stata davvero forte.

In tutta la Germania, a causa delle restrizioni del Covid, alle 22 tutti i locali non servono più ai tavoli, siamo stanchi e infreddoliti, ne approfittiamo per fare una doccia calda, ordiniamo una pizza in albergo, scarichiamo foto e video al PC e ci mettiamo subito a dormire.

Fabio Anzalone

Adventures On The Road

Mi chiamo Fabio, ho 33 anni e sono un motociclista Siciliano.
Sono un appassionato di fuoristrada ed un amante dei viaggi in moto che cerco di raccontarvi dal mio punto di vista.

Un po’ per scherzo è nato questo progetto di Adventures On The Road in cui parlo dei miei viaggi, delle mie avventure in giro con la moto e recensisco i prodotti che uso.